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Santuario
della Pieve dei due Pozzi
Barbassolo
di Roncoferraro
Diocesi
e
Provincia di Mantova
Foto Marzio Bondavalli
La
chiesa p arrocchiale di Barbassolo,
chiamata Pieve di Barbassolo
o Pieve dei due pozzi
o Santuario della Salute
è un Santuario
dedicato ai
Santi
Cosma e Damiano martiri.
Preghiera
ai Santi Cosma e Damiano martiri
O Signore,
Padre Santo, Dio Onnipotente ed Eterno,
guarda con
bontà questo tuo servo,
indebolito
nel corpo dalla sofferenza.
Io invoco il
Tuo Nome e Tu ascoltami,
per i meriti
del Figlio Tuo crocifisso
e dei Santi
Medi e Martiri Cosma e Damiano.
Libera
questo Tuo servo dalla malattia,
conforta la
sua anima,
ridonagli
piena salute spirituale e fisica,
affinché,
purificato dalla prova,
possa
ritornare a lodarTi
nelle
consuete occupazioni della sua vita.
Per Cristo
nostro Signore.
Amen
"Il sacro che ti sorprende. (Giovanni Telò)
Luoghi mantovani meno noti":
una rubrica per gli amici di Facebook
Barbassolo di Roncoferraro
“Anàrgiri”, una parola greca difficile, ma il cui
significato è semplice: “senza argento”. Il che vuol
dire che i santi Cosma e Damiano, medici, esercitavano la loro
attività senza chiedere denaro. A questi santi, uccisi in Siria
nell’anno 303, è dedicata la chiesa parrocchiale di
Barbassolo di Roncoferraro. Il piccolo e suggestivo edificio risale
all’XI-XII secolo ed emerge per le linee romaniche: mattoni a
vista, monofore, archetti pensili.
Il ripristino delle forme romaniche è il risultato
dell’intenso impegno di don Pietro Pelati, parroco di Barbassolo
dal 1958 al 1979. Un contributo importante è stato dato anche da
don Ezio Foglia, che, nel 2006, era riuscito a far erigere la chiesa a
santuario, avendo ben presente che i santi Cosma e Damiano sono patroni
dei medici, chirurghi e farmacisti. Spesso si sente definire la chiesa
come “pieve”, cioè edificio con il fonte
battesimale. In realtà non lo è mai stata: probabilmente
era una cappella alle dipendenze della vicina pieve di Barbasso.
Entrando in chiesa, ad aula unica e con il tetto a capanna, si è
avvolti da un intenso clima spirituale, che solo il romanico riesce a
suscitare. Tra gli aspetti di pregio segnaliamo due elementi
tardogotici (XV secolo): sulla parete sinistra, un tabernacolo a muro,
con eleganti motivi vegetali, e una vera da pozzo riutilizzata per
l’altare. Un quadro presenta la beata Osanna Andreasi (XVIII
secolo).
Nell’abside, accanto alle effigi degli evangelisti, spicca una
pala a tempera della fine del Quattrocento: raffigura la Madonna col
Bambino tra i santi Cosma e Damiano e i santi Alberto e Angelo,
carmelitani. Ciò fa ritenere che la chiesa sia stata dipendente
dall’ordine religioso. Del resto, un’immagine
tardocinquecentesca della Madonna del Monte Carmelo (o del Carmine) si
può notare sulla parete destra.
Per la costruzione della chiesa di Barbassolo, i nostri antenati hanno
riutilizzato di tutto: marmi, tegole e mattoni di età romana, in
particolare sul lato esterno sinistro. Un singolare esempio di quella
che oggi definiremmo “arte del riciclo” si ha sul
campanile: una scultura dalle somiglianze umane, con un’ampia
testa che assomiglia a un “cappello di carabiniere”. Il
rilievo può essere ricondotto alle cosiddette “statue
stele”, diffuse in Italia e in Europa a partire dalla fine del
IV-inizi del III millennio avanti Cristo. Ottanta esemplari sono stati
ritrovati in Lunigiana e fanno mostra di sé nel museo di
Pontremoli, in provincia di Massa-Carrara.
Due testi per saperne di più: Pietro Pelati, “La chiesa
parrocchiale di Barbassolo”, in Autori vari, “Chiese e
conventi del contado mantovano”, Vallecchi editore, Firenze 1968;
Autori vari, “La pietra romanica. Testimonianze d’arte a
Barbassolo e Casale di Roncoferraro”, atti del convegno
organizzato a Barbassolo (Mantova), a cura di Livia Calciolari, Sap
Società archeologica, Mantova 2008. Per il museo di Pontremoli
si veda il sito www.statuestele.org
Testo di © Giovanni Telò
Santo
del giorno
Liturgia
del giorno
Ringraziamo
Ornella Posio e Sandra Fontanesi per le foto.
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