SANTUARIO DELLA PIEVE DEI DUE POZZI

Via Cavallotti, 2 46037 BARBASSOLO MN
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Arte


La chiesa deriva da diverse fasi costruttive e ci appare nelle forme dovute ad un intervento di restauro della metà del secolo scorso, curato dall’allora parroco don Pietro Pelati.



La facciata esterna a capanna  conserva l’originale bucatura superiore a croce greca, mentre il leggero aggetto attorno all’ingresso e sugli spigoli, la bifora e il portale ad arco sono stati inseriti nei restauri di metà Novecento.
 













La muratura esterna  è realizzata con laterizi di formati e lunghezze variabili: sul fronte si nota anche il riutilizzo della bocca di un’anfora romana.
Sui fianchi esterni lesene lisce scandiscono lo spazio in tre campate.
Sul lato meridionale, un leggero aggetto della muratura contiene l’arco bardellato di una porta tamponata.
Il campanile, realizzato con una muratura a sacco molto regolare, è del secolo XIII. Scompartito da sottili lesene e da archetti in cotto è compiuto da una cella campanaria, con bucature ad arco a doppia ghiera, aggiunta nel secolo XIV. La cornice terminale è del secolo scorso. Da notare sono le testine fittili presenti nel primo coronamento dei lati sud ed est e una testa marmorea all’altezza della cella.



L’aula con struttura romanica è del secolo XII.
Il tetto a capriate interno è rialzato, rispetto all’originale, nel secolo XIV con la conseguente realizzazione di una cornice di mattoni posti in verticale, sopra gli originali archetti pensili a tutto sesto. Tre monofore per lato (due originali e la terza ricostruita nel secolo scorso), illuminano l’interno.


Foto Federico Baruffaldi

Il presbiterio e l’abside, sostituiscono l’originale abside curva e sono stati aggiunti nella seconda metà del Cinquecento.



L'abside oggi è a pianta rettangolare, ma  in origine è stato ipotizzato fosse a pianta semicircolare. E' orientata ad est, secondo l'uso medievale simbolico (verso Gerusalemme
). I fianchi della chiesa sono inoltre obliqui rispetto al muro di facciata, caratteristica adottata dai costruttori romanici per riflettere la piega del capo di Cristo in croce, come in molte chiese minori dell'area padana ed appenninica. Nulla rimane della decorazione interna. In prossimità del campanile, si trova un'apertura ad arco, oggi murata, che forse conduceva ad altri ambienti di servizio.
Nell'abside si trova un dipinto mantegnesco, della fine del secolo XV, con la Madonna del Carmine in trono tra i Santi Cosma, Damiano, patroni della parrocchia e i Santi carmelitani Alberto e Angelo: interessante sullo sfondo è il borgo in fiamme.



Gli affreschi alle pareti sono del Cinquecento.

A lato del presbiterio una tela del 1749 raffigura la Beata Osanna Andreasi con l’angelo nell’atto di schiacciare il demonio: ai lati due santi tra cui Giuseppe con il tronco fiorito.



Il restauro novecentesco, con l’intento di ripristinare l’aspetto romanico del luogo, porta oltre alle alterazioni sopra descritte, anche all’eliminazione delle cappelle laterali e di uno zoccolo a scarpa del Cinquecento; alla demolizione degli intonaci e all’inserimento di manubriati romani nelle lacune della muratura esterna.
Da Ecomuseo Mantova
La Strada del Romanico

Il tabernacolo (produzione veneta, seconda metà sec. XIV) proviene dalla chiesa parrocchiale di Pradello, frazione di Villimpenta, dove fu smurato ad opera del parroco don Italo Zanoni per cederlo al parroco don Pierino Pelati di Barbassolo, che lo utilizzò a grata di confessionale. Nel 1985 il parroco di Pradello don Remo Strazzi pretese la restituzione che tuttavia non è mai avvenuta, anche per il parere negativo dell'organo di tutela competente
Edicola composta da paraste laterali fitomorfe sovrastanti colonnette tortili. Fronte a guglia con festone fogliato, archetti a sesto acuto filigranati e rosette centrali digradanti. Tra le colonnette formella ornata da medaglioni, archetti e Cristo crocifisso.
Da Lombardia, Beni culturali









Battistero







Il Santuario prende il nome "Pieve dei due pozzi" dai pozzi collocati rispettivamente all'esterno della chiesa (pozzo dell'amicizia) e all'interno nel presbiterio in funzione di altare (pozzo della fede).









Da Civiltà mantovana 137, 2014





Preghiera ai Santi Cosma e Damiano

O gloriosi santi Medici Cosmo e Damiano, con umiltà e confidenza di figli devoti, ci prostriamo fiduciosi innanzi alle vostre immagini per implorare il vostro potente patrocinio. La pietà, che sempre avete usato verso i sofferenti, ci anima a raccomandarvi caldamente il nostro povero infermo... Ridonategli la salute. Una sola vostra parola può recargli sollievo e può ottenergli dal Signore la sospirata grazia. Accogliete, benevoli, le nostre suppliche ed esauditeci. Gloria al Padre... 

O coraggiosi Martiri, conoscendo noi i singolari carismi, di cui vi arricchì il buon Gesù per il bene spirituale e temporale dei vostri fratelli, nutriamo piena fiducia di ottenere, per vostro mezzo, la grazia che vi domandiamo.Il Divino Redentore, che attraversò la Palestina beneficando tutti e sanando gli infermi, non potrà certo rigettare i nostri gemiti, se le nostre preghiere saranno avvalorate dalla vostra intercessione. Supplicate il Signore per l'ammalato che a voi raccomandiamo, e mostrate ancora una volta che siete i generosi benefattori dell'umanità sofferente. Gloria al Padre... 

O potenti Santi, il vostro cuore, sempre infiammato di quel sacro fuoco che il Redentore venne a portare sulla terra per la salvezza dell'umanità, non rimandò mai privo di consolazione chi a voi ricorse con fede nelle tribolazioni della vita. Saremo forse noi soli esclusi dai vostri benefici? È vero, non ne siamo meritevoli. Ma, poiché è grande il vostro potere presso Dio, siamo sicuri che non resteremo delusi nelle nostre speranze. Benedite, dunque, il nostro infermo, come un giorno Gesù benedisse gli infelici che ne imploravano il soccorso, e, con la salute dello spirito, ridonategli presto quella del corpo. Sarà questa un'altra prova della vostra inesauribile carità, un altro titolo per la nostra profonda e sincera gratitudine. Gloria al Padre...